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21 Set

Contro la manovra e contromanovre

Di fronte alla cura da cavallo dei conti pubblici, ma soprattutto all’incertezza sui ricavi effettivi delle misure contenute nella manovra e al sospetto che a pagare siano sempre i soliti, opposizioni parlamentari, istituzioni, associazioni e movimenti hanno levato gli scudi e presentato idee e pareri per una diversa manovra possibile. Ecco alcune delle proposte.

PARTITO DEMOCRATICO

Il PD ha riassunto in dieci punti i contenuti principali degli emendamenti presentati in Senato. Punto numero uno, una terapia d’urto contro l’evasione fiscale. Vale a dire tracciabilità dei pagamenti superiori ai mille euro (a fini antiriciclaggio) e di quelli superiori a 300 euro (a fini antievasione); la comunicazione da parte delle imprese dell’elenco clienti-fornitori e la parziale o totale deducibilità delle spese per la manutenzione della casa.

Segue un’imposta ordinaria sui grandi valori immobiliari, basata su criteri fortemente progressivi, e un’imposta una tantum del 15% sui capitali che hanno approfittato dello “scudo fiscale” nel 2003 e nel 2009. In più, una patrimoniale del 30% sui patrimoni detenuti nei paradisi fiscali.

Alla voce costi della politica, oltre al dimezzamento del numero dei parlamentari e delle Province, il Pd propone la “dismissione ragionata di immobili pubblici e unasta competitiva per le frequenze televisive“, per un ricavo di “almeno 25 miliardi di euro”. Sul fronte del lavoro, la soppressione dell’articolo 8 sui licenziamenti. Il pacchetto comprende inoltre la reintroduzione del reato di falso in bilancio e misure per l’efficienza della macchina giudiziaria, a cominciare dalla revisione delle circoscrizioni giudiziarie. Si colpisce inoltre l’autoriciclaggio e si rafforza la normativa contro il caporalato, per colpire chi ricorre allo sfruttamento del lavoro.


ITALIA DEI VALORI

L’IDV ha presentato il 28 luglio un disegno di legge che contiene tutte le proposte per la revisione dei conti pubblici, poi riprese in 125 emendamenti presentati al Senato.  Tre sono le linee principali di questa proposta: riduzione dei costi della politica, riduzione delle spese ordinarie della pubblica amministrazione e misure fiscali.

Costi della politica: eliminazione dei vitalizi ai parlamentari nazionali e regionali, dimezzamento del numero dei parlamentari, eliminazione dei rimborsi elettorali ai partiti, eliminazione delle Province, rivisitazione dei bilanci delle authority, riduzione di auto e voli blu.

Spese Pubblica Amministrazione: riduzione dei livelli istituzionali, tra cui comunità montane e consorzi, soppressione di “enti inutili”, stop alle consulenze esterne nella pubblica amministrazione, amministratore unico negli enti territoriali, stretta ai palazzi di rappresentanza delle Regioni. Riduzione delle spese militari e per le missioni all’estero. Riportare il budget di Palazzo Chigi al Tesoro. Obbligare l’unione tra comuni fino ai 20mila abitanti per tutto quel che riguarda i servizi. Dismissioni delle partecipazioni statali e territoriali.

Misure fiscali: nuovo livello di redditometro, portare dal 12,5% al 20% la tassazione delle rendite finanziarie, aumento tasse sul gioco, intervento sulle agevolazioni fiscali fatte salve solo casa, famiglia, lavoro e pensioni.

Queste misure, secondo l’IDV, porterebbero circa 400 miliardi.

Liberalizzazioni: privatizzazione delle camere di commercio, degli ordini professionali, liberalizzazione dei servizi postali.

TERZO POLO

In un documento illustrato in Conferenza stampa, la formazione politica che raggruppa UDC, FLI, API e MPA ha presentato i propri emendamenti alla manovra. Per la riduzione della spesa, si propone l’abbandono dei tagli orizzontali praticati dal Governo, per una scelta mirata degli sprechi da ridurre, e di sostituire al finanziamento a fondo perduto il sistema del credito d’imposta. I risparmi sarebbero suddivisi tra riduzione dell’Irap per le imprese e deduzioni per carichi familiari.

 Pensioni: cancellare il sistema delle quote dal 2012 e permettere di andare in pensione «o a 65 anni o con 40 anni di contributi». La proposta di riforma del sistema previdenziale, secondo il Terzo Polo, dovrebbe portare un risparmio per diversi miliardi di euro (oltre 5 miliardi nel 2014) che dovrebbero essere destinati interamente a incrementare l'occupazione giovanile e favorire la riqualificazione dei 40-50enni che perdono il lavoro. Quanto alle donne, si propone l’innalzamento dell’età pensionabile a 65 anni anche per il settore pubblico e il reinvestimento dei risparmi così ottenuti nelle misure per l’occupazione femminile e nel quoziente familiare.

Riduzione delle Province: soppressione di tutte le province sotto i 550 mila abitanti, che le farebbe passare dalle attuali 110 a 37, con un risparmio a regime di due miliardi di euro.

Patrimoniale: invece del contributo di solidarietà, il Terzo Polo propone una 'patrimoniale' del 5 per mille sulle grandi attività finanziarie e immobiliari superiori ai dieci milioni di euro.

Lotta all'evasione: deduzione per le spese di casa e familiari con un tetto massimo di 3 mila euro l'anno al lordo dell'Iva. Il gettito che così lo Stato perderebbe dalle famiglie verrebbe compensato dallo stop all'evasione di chi eroga prodotti e servizi.

CGIL

Il maggiore sindacato dei lavoratori ha indetto uno sciopero generale il 6 settembre proprio contro la manovra del Governo. In occasione del lancio dello sciopero, ha presentato un documento in cui viene illustrata la contromanovra.

La prima richiesta della CGIL è di cancellare l’odioso articolo 8 in materia di licenziamenti.

Le proposte alternative comprendono: cancellazione dei tagli agli enti locali e allentamento del patto di stabilità per investimenti in welfare e infrastrutture, correggere il federalismo municipale in un’ottica solidale, eliminare i tagli alla sanità e il superticket, riducendo anche in questo settore i costi della politica, riforma condivisa con le parti sociali del sistema previdenziale per garantire un corretto funzionamento dei fondi pensione, eliminare il blocco del turn over, rafforzare le norme contro il caporalato e completare l’attuazione del Sistri.

Le risorse per questi provvedimenti vanno cercate attraverso: costituzione di un Fondo per la Crescita e l’Innovazione con i risparmi ricavati dal taglio ai Ministeri, con l’esclusione di quello dell’Istruzione per le funzioni ispettive e di accertamento fiscale; riduzione spese elle missioni all’estero e grandi opere (es. Ponte sullo Stretto);riordino sistema di incentivi alle imprese; riduzione dei costi della politica: riduzione numero parlamentari e riforma del parlamento in senso federale, nuova legge elettorale, riforma delle autonomie locali, taglio di indennità e vitalizi, riduzione delle auto blu, stop alle consulenze della PA fino al 2014. tetto retributivo per le alte cariche dello Stato, riduzione delle società di servizi degli enti locali. Queste misure frutterebbero nell’immediato 8,5 miliardi di euro, da destinare a livello locale.

Si propone inoltre: sovrattassa straordinaria sui capitali già scudati del 15%, piano strutturale di lotta all’evasione fiscale (norme su tracciabilità, poteri anche locali di accertamento, redditometro, nuove tecnologie e banche dati, coinvolgimento soggetti collettivi e dei consumatori, norme sul caporalato, sanzioni nell’ambito dei subappalti); contributo di solidarietà straordinario su tutti i redditi secondo la capacità contributiva; imposta ordinaria sulle grandi ricchezze e straordinaria sui grandi immobili; aumento della tassa di successione.

I proventi andrebbero indirizzati verso un incentivo diretto di natura straordinaria per l’inserimento nel mercato del lavoro dei giovani; un piano energetico nazionale e politiche per la green economy; politiche di innovazione e sviluppo locale; ricerca e sviluppo; politica industriale per il Mezzogiorno, riduzione del carico fiscale su redditi da lavoro e da pensione.

 

 

 

 

 

CONFINDUSTRIA

“Rafforzare le misure a sostegno della crescita”, è la parola d’ordine di Confindustria, audita al Senato in merito alla manovra. La maggiore organizzazione datoriale, contraria alla Robin Tax, alla supertassa ai ricchi e al contributo di solidarietà, propone in alternativa  che vengano superate le pensioni di anzianità e anticipato al 2012 l’aumento dell’età pensionabile per le donne nel privato, che assieme a un ritocco dell’Iva e alla lotta all’evasione  produrrebbero un risparmio di 15 miliardi di euro. In cambio si potrebbe procedere con una graduale riduzione del carico contributivo, a cominciare da quello sui lavoratori più giovani. A favore dell’aumento di un punto dell’IVA, dal 20 al 21%, Confindustria apre anche all’imposta immobiliare ordinaria.

ANCI

L’attuale l’impostazione della manovra – secondo i sindaci dell’ANCI, che sono in mobilitazione permanente contro i tagli agli enti locali, - non riuscirà a risolvere due grandi problemi che ha il Paese: la crescita e il debito.  La contromanovra delle fasce tricolore, che hanno trovato sostegno nella protesta anche dei governatori della Conferenza delle Regioni, punta  su un piano straordinario di investimenti di oltre 5 miliardi di euro che possono venire recuperati tramite una parte di privatizzazioni di alcune grandi aziende come Enel, Eni, Cassa Depositi e Prestiti, Finmeccanica. Inoltre, lo sblocco di almeno il 10% dei residui passivi che sono nelle casse dei comuni che nel 2009 ammontano a oltre 40 miliardi di euro, per rimettere in moto la spesa per infrastrutture. Per questo occorre una revisione del patto di stabilità con i criteri di virtuosità ripensati sulla base del saldo di parte corrente e della capacità dei comuni di ridurre il loro indebitamento.

L’Anci chiede inoltre l’approvazione immediata del Codice delle Autonomie, in discussione al Senato e la prosecuzione sulla strada dell’esercizio associato delle funzioni per i piccoli comuni.

Contrari, invece, all’abolizione dei piccoli comuni: in una manovra che nel prossimo anno sarà di 25,7 miliardi di euro, sostengono all’Associazione nazionale dei Piccoli comuni italiani (Anpci),  l’incidenza del taglio alla democrazia nei piccoli Comuni sarebbe solo dello 0,023%. I Comuni che potrebbero finire accorpati in base al decreto governativo sarebbero 1.963 (il 71,2% sono Comuni montani).

SBILANCIAMOCI!

C’è chi ormai è un esperto di contromanovre, perché puntuale ogni anno presenta la propria al Governo di turno: è l’accurato lavoro dell’associazione “Sbilanciamoci!”, che quest’anno propone una manovra di 60miliardi, di cui 30 da destinare alla riduzione del debito e 30 da destinare al rilancio dell’economia al lavoro, alla difesa del welfare.

Entrate: una tassazione dei patrimoni del 5 per mille -con una limitata franchigia per i patrimoni più bassi- porterebbe un’entrata in due anni di 21miliardi euro; una tassazione aggiuntiva del 15% sui capitali rientrati grazie allo scudo, ben 15 miliardi; ed il combinato di riduzione del 20% delle spese militari, della cancellazione del programma dei caccia F35, della fine della missione in Afganistan e della cancellazione delle grandi opere, darebbe oltre 10 miliardi di euro.

Interventi: investire nella green economy (energie pulite, mobilità sostenibile, ecc), nelle piccole opere pubbliche (messa in sicurezza delle scuole, ferrovie locali, ecc), nella ricerca e nell’innovazione. Difendere i redditi più bassi (con detrazioni ed altri interventi fiscali, aumentando le pensioni minime), allargare lo spettro degli ammortizzatori sociali ai lavoratori parasubordinati (intriducendo per i monocomittenti, misure analoghe a quelle previste per i lavoratori a tempo indeterminato), rafforzare la rete dei servizi sociali (asili nido, introduzione dei livelli essenziali di assistenza, fondo non autosufficienza, ecc).

FISH

Un punto di vista particolare è quello della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che in seguito alla seconda manovra nel giro di tre mesi, con un forte impatto sui soggetti più deboli e una forte iniquità delle misure, ha deciso di presentare le proprie proposte per salvare le politiche sociali.

Sia che vengano decurtate le detrazioni fiscali, sia che invece sia necessario attuare, come clausola di salvaguardia, la riforma fiscale e assistenziale, i disabili e le loro famiglie si ritroveranno comunque a pagare, sostiene l’associazione.

Per questo gli emendamenti della FISH propongono: un finanziamento per il Fondo per le Politiche Sociali, da trovare attraverso un piano straordinario di controlli contro l’evasione fiscale (500mila in tre anni) sulla falsa riga di quelli praticati negli ultimi tempi contro i “falsi invalidi”; riforma fiscale complessiva che consenta di procedere verso una riforma assistenziale che non sia concepita soltanto per fare cassa; soppressione dei tagli agli enti locali, che si traducono in tagli ai servizi essenziali; difesa delle pensioni di reversibilità e delle indennità di accompagnamento.

STRANIERI IN ITALIA

Un altro, interessante, spunto di riflessione per Tremonti arriva dal sito Stranieriinitalia.it: tre miliardi di euro potrebbero derivare dalla regolarizzazione dei lavoratori immigrati senza permesso di soggiorno. Sarebbero almeno 500 mila gli irregolari che sarebbero disposti, pur di uscire dall’ombra, anche a pagare un contributo di 500 euro, che frutterebbe subito duecentocinquanta milioni. E mezzo milione di nuovi contribuenti porterebbero nella casse dello Stato “tre miliardi di euro ogni anno”.