Una preoccupazione senza dubbio fondata, seppur smentita dal Ministro Profumo, è quella degli studenti e inerente l’arrivo, dopo il calo degli iscritti all’università, del taglio delle borse di studio per meritevoli e bisognosi. L'Unione degli universitari, per tramite del suo coordinatore Michele Orezzi, denuncia la manovra che il Governo uscente intenderebbe mettere in atto, ovvero l’approvazione in extremis del decreto sul diritto allo studio universitario, previsto dalla riforma Gelmini.
Ad avviso del sindacato studentesco detto decreto conterrebbe la previsione di criteri più restrittivi per l’assegnazione delle borse di studio ed il provvedimento produrrà lo stesso effetto di nuovi tagli: calerebbe ulteriormente il numero dei borsisti, già esiguo rispetto a quello della maggior parte dei Paesi europei. Il ministro Profumo, in risposta all’U.D.U., ha prontamente sfatato la dibattuta riduzione delle risorse, negando che ci siano in cantiere tagli alle stesse e parlando solo di una loro redistribuzione.
Il decreto, in realtà, dovrebbe contenere una serie di nuovi vincoli e un inasprimento di quelli attualmente imposti per l’assegnazione delle borse di studio che, secondo le stime dell’UDU, farebbero diminuire il numero degli aventi diritto del 45 per cento. I cambiamenti interessano principalmente l’abbassamento delle soglie ISEE, con redditi massimi differenziati a seconda della regione, e l’introduzione di un limite di età per l’ottenimento della borsa di studio.
In particolare, per poter beneficiare del sostegno economico non sarebbe più sufficiente avere un reddito inferiore ai 20.124,71 euro. Ma c’è di più: aumenterà anche il numero minimo di crediti da conseguire per mantenere il beneficio e saranno abbassati gli importi delle borse concesse a pendolari e residenti, mentre cresceranno per i fuori sede.
Il ministro Profumo ha asserito, a tal riguardo, che si tratta di un’iniziativa meramente volta a valorizzare la meritocrazia, cosa che “Dovrebbe far piacere – spiega il Ministro – agli studenti svantaggiati ma talentuosi”, e a modernizzare un sistema ritenuto troppo vecchio, articolando i criteri economici su base geografica per tenere conto di “caratteristiche territoriali importanti”.
Gli studenti sono sul piede di guerra e replicano che con questi nuovi criteri non si premierebbero affatto i più meritevoli, ma semplicemente si taglierebbero fuori ulteriormente dal sistema di garanzie del diritto allo studio altre centinaia di studenti.
Un nuovo pesante attacco all’Università sembra configurarsi con questo "colpo di coda tutto politico" del governo uscente, come l’Udu definisce il pericolo che questo temuto provvedimento venga approvato. Michele Orezzi dell'Unione degli Universitari, consapevole della portata del rischio, afferma: "Bisogna bloccarne l'approvazione di questo provvedimento ad ogni costo".
Elena Monticelli dell'esecutivo nazionale Link-Coordinamento Universitario conclude: “Smentiamo con forza quanto sostiene il ministro Profumo perché abbiamo avuto modo di analizzare il decreto ministeriale e siamo convinti che esso rappresenti un duro attacco al diritto allo studio".