Carissimi,
ritengo completamente priva di pregio la deduzione che imputa anche ad azioni legali la non tempestiva emanazione del prossimo bando di concorso per le Scuole di Specializzazione.
Non solo è errata l’informazione tecnica - legale, così come comprovano altri concorsi pubblici italiani, ma i miglioramenti, proposti dalle Associazioni e dall’intero movimento culturale che richiede il diritto a formarsi e a specializzarsi, sono apportabili anche con semplici circolari, trattandosi di prescrizioni in termini di legalità e svolgimento delle prove.
Da sempre conduciamo una battaglia contro le scuole private di preparazione ai test e le strutture preesistenti collegate che, nel campo della formazione post lauream, assumono posizioni inquietanti e richiediamo ai nostri ricorrenti di tenere in considerazione solo le nostre informazioni di carattere tecnico.
A breve manderemo le comunicazioni per le prossime immatricolazioni dei cosiddetti ricorsi “F”, nonché per i ricorsi trasposti e non trasposti con delle brevi note esplicative. Seguiranno poi ulteriori comunicazioni per tutti gli altri ricorrenti sulle tempistiche e altri importanti aspetti.
Il mio obiettivo è, e rimane, dimostrare la fragilità e la contraddittorietà del sistema, portandolo verso la completa apertura della formazione post lauream. Tale mia posizione, anche di carattere tecnico giuridico, a mio avviso dovrebbe essere rispettata, pur se non condivisa.
Questa non è la fine. Tanto meno l’inizio della fine. La verità è che è solo la fine dell’inizio. Insomma, cari ricorrenti, la partita è ancora aperta e sono fermamente convinto che nulla sia impossibile e che si possa cambiare tutto quello che è intorno a noi. Dobbiamo smettere di ragionare come gente sconfitta in partenza, perché per cambiare le cose bisogna volerle cambiare. Con tutte le realtà preesistenti, sane e virtuose, dobbiamo decidere di essere di nuovo protagonisti e non più spettatori. Un nuovo impegno fatto di determinazione, ma anche di amore, e se a muoverci sarà l’indomita volontà di non cedere di un millimetro sui diritti che l’etica universale impone alla società umana … beh, allora sarà davvero possibile.
Potrete continuare a scrivere quel che volete, perseguitarci per quello che rivendichiamo come diritti, dissuaderci. Sappiate semplicemente che noi continueremo.
Perché subire è morire ogni giorno, consumati da un passivo torpore che addormenta i sogni e quello per cui vale la pena di esistere. Difendere le idee, alzare la testa e non subire più, ci trasforma in esseri veramente viventi, da bruchi a farfalle, e ci rende sempre più liberi e felici di esistere.
I have a dream, disse qualcuno.
Oggi io dico ai miei ricorrenti (sto scrivendo dallo Sportello Legale del carcere di Rebibbia, sala colloqui con i detenuti dal “fine pena mai” che ancora non si arrendono): andiamo avanti, fino all’ultimo frammento di cuore!
Avv. Michele Bonetti