"Questa sentenza ci dice che non è mai azzardato sognare".
E' il primo commento del procuratore Raffaele Guariniello al termine della sentenza con cui la Corte di Appello di Torino ha condannato a 18 anni di di carcere l'ex manager svizzero della Eternit. Ricordiamo come, dopo due anni e 66 udienze, il processo Eternit si era concluso col riconoscimento della colpevolezza dei due imputati Jean Louis de Cartier e Stephan Schmidheiny per disastro ambientale doloso e omissione volontaria delle cautele antinfortunistiche.
I due ex I due ex vertici della multinazionale dell'amianto con tale accusa erano stati condannati in primo grado. Ora, con la recente pronuncia intervenuta da parte della
Corte di Appello di Torino viene riconosciuto che il disastro sia avvenuto anche a Napoli e Rubiera; in tal modo si aprono aspettative anche per altre città che
attendono giustizia.
E E’ quanto sottolinea lo stesso pm Guariniello, il quale asserisce : “Siamo andati al di là di ogni aspettativa”. Egli parla della sentenza come un sogno che si avvera, un un inno alla vita e precisa: “La posta in palio è la tutela dell'uomo e della sua salute". Ed ancora: "il disastro ambientale doloso riconosciuto dalla Corte non è solo per i lavoratori ma riguarda tutta la popolazione".
Il pm ha sottolineato poi un altro aspetto: "La sentenza apre grandi prospettive anche per le vicende di Taranto e per le altre città che attendono giustizia. Non è finita qui e non è finita nel mondo", ha aggiunto Guariniello, definendo la sentenza "importante" e da "diffondere in tutto il mondo".
Guariniello ha poi rivendicato il fatto che "qui in Italia siamo riusciti a fare un processo che nessuno è riuscito a fare in nessuna parte del mondo".